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Appia Antica e Autostrade: arriva l’altolà dei comitati

Un appello "nel nome di Cederna" si sta diffondendo in rete, contro l'ipotesi di gestione dell'Appia Antica da parte di Autostrade per l'Italia. "Non siamo disposti a barattare la storia per un piatto di lenticchie"

Il progetto di restyling dell’Appia Antica di cui, secondo alcune anticipazioni, potrebbe presto essere incaricata Autostrade per l’Italia, non è piaciuto. E lo dimostra il successo riscontrato da appello che, in queste ore,  sta facendo il giro della rete. A lanciarlo è stata l’Associazione Bandinelli,  fondata dall'ex critico d'arte e Sindaco di Roma Carlo Giulio Argan. Ma a sottoscriverlo sono state numerose realtà associative e reti cittadine, dal Comitato per la Bellezza, al coordinamento Salviamo il paesaggio,  passando per Italia Nostra Roma, la Rete dei comitati per la difesa del territorio, ed i  siti d’informazione Cartinregola ed Eddyburg.  Un fronte del no, composito e numeroso.

IL NODO DELLA MOBILITA' SU GOMMA - L'altolà del mondo associativo, arriva verso un'operazione definita “inverosimile” nella quale viene rintracciata  “la strategia cara al ministro Dario Franceschini”, consistente nel “depotenziare le soprintendenze, sottomettendole di fatto a soggetti estranei al mondo istituzionale, alla cultura e alla ricerca”. In sostanza, non piace “un modello di gestione affidato ad un’unica cabina di regia”, in questo caso  rappresentato da Autostrade per l'Italia. Ed inoltre non può incontrare il favore dell'Associazione Bandinelli nè delle altre realtà, l'idea che “la mobilità privata su gomma sia un elemento irrinunciabile e caratterizzante dell’Appia Antica”.

LE CRITICHE AL MIBAC - I rilievi principali non sono però rivolti alla società che vuole “mettere a disposizione le proprie tecnologie autostradali, realizzando attività di comunicazione e marketing, punti di ristoro, laboratori e mostre”. Dopotutto “la società Autostrade fa il suo mestiere e si comprende il suo interesse a occuparsi di un luogo di eccellenza” . La contestazione, è essenzialmente rivolta al “ministero per i Beni culturali, in primo luogo perché la regina viarum la si percorre a piedi, in bicicletta, a cavallo, in carrozza, con qualche bus elettrico, ma soprattutto perché delegittima le proprie strutture che, da tempo, e proprio sull’Appia Antica, hanno costruito spazi pubblici straordinari, apprezzati da cittadini e turisti”.

L'INIQUO BARATTO - E così, mentre i cittadini tentano di lanciare proposte per un “treno della storia”, l’operazione Grand Tour  ha inserito la marcia, arrivando rapidamente negli uffici del Mibac. Ma non è ancora detta l’ultima parola. “In nome di Antonio Cederna, l’uomo cui si deve la salvezza dell’Appia Antica e la modernità della sua concezione, ci opponiamo con determinazione all’accordo Beni culturali società Autostrade” leggiamo ancora  nella lettera diffusa dall'Associazione Bianchi Bandinelli. "Nel nome di Cederna, si fa  appello a quanti, in Italia e nel mondo civile, non sono disposti a barattare la storia e la cultura per un piatto di lenticchie”.

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