Il verde del Mandrione, tra antichi vizi e sorprendenti virtù
Un giardinetto abbandonato ed uno completamente riqualificato dai residenti. Le due facce del Mandrione, un quartiere diviso a metà
Il Mandrione è un quartiere che non smette mai di stupire. Sviluppatosi disordinatamente lungo l’Acquedotto Felice, il suo nome è stato per anni accostato al degrado. “Er Mandrione”, ad esempio, è il modo in cui gli abitanti di Spinaceto hanno ribattezzato la zona particolarmente “difficile”, che si trova alle spalle della biblioteca Pasolini. Ad ogni modo, oggi, la fama del Mandrione risulta immeritata. Sia che lo si guardi dal versante dell’ex Municipio VII, sia che lo si voglia considerare nella parte che rientra nel territorio governato da Susi Fantino, il quartiere sembra vivere una nuova primavera. Con persistenti sacche di degrado.
IL GIARDINO DEGRADATO - Oggi ne abbiamo individuata una che, tutto sommato, non dovrebbe essere impossibile recuperare. Grossomodo all’altezza del civico 63 della via che dà il nome al quartiere, abbiamo rinvenuto un’area verde misteriosamente recintata. Priva di lucchetto, risulta facilmente accessibile. Si tratta, ragionando a spanne, di circa 30 metri quadrati. Forse qualcosa di più. Non capiamo perché sia recintata ed ancor meno perché debbano esservi sterpaglie ed erbacce tanto alte. A meno che non si voglia creare un ritrovo di roditori in formato gigante, quel giardino meriterebbe migliori attenzioni.
IL VERDE RECUPERATO - Ma il Mandrione non è solo questo. Al contrario, non è difficile imbattersi in orti urbani improvvisati, aperti dietro le arcate dell’acquedotto. Mentre la storia di un bellissimo giardino, sul tratto di strada che fiancheggia via Casilina Vecchia, a ridosso della stazione Tuscolana. Qui i residenti si sono adoperati per recuperare un’area abbandonata, dove ora sono presenti panchine, tavoli, un braciere di cemento, altalena, scivolo ed una casetta per bambini. Un’area cani e una bacheca di legno per le informazioni che i residenti intendono scambiarsi. Insomma, un piccolo paradiso che dimostra come, anche l’area più degradata, può essere recuperata egregiamente. E divenire il fiore all’occhiello di un intero quadrante.
