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Appio Latino Appio Latino / Via della Stazione Tuscolana, 82

Appio Tuscolano, Scup festeggia il comodato d'uso: "E' uno spiraglio di luce in questa città"

Il Centro Sociale, dopo lo sgombero da via Nola, si è trasferito in via della stazione Tuscolana. Lì, dopo quasi 4 anni, ha ottenuto il comodato d'uso gratuito di tre capannoni inutilizzati

"Scusate se vi abbiamo in comodato". Giocano con le parole gli attivisti di Scup, per annunciare una notizia a lungo attesa. Il centro sociale nato nei locali di via Nola, ha ottenuto il comodato d'uso di tre capannoni situati a ridosso della stazione ferroviaria Tuscolana. E' lì infatti che, dal 2015, si era trasferito.

La vicenda

La storia di Scup, acronimo di scuola e cultura popolare, affonda le sue radici nella zona di San Giovanni dove, nella metà del 2012, aveva preso possesso d' un immobile inutilizzato. Quasi immediatamente la proprietà ne aveva chiesto la restituzione. E così, nonostante gli attestati di solidarietà che a più riprese ed a vari livelli istituzionali il centro sociale era riuscito a conquistarsi, gli attivisti di Scup furono costretti a lasciare lo spazio a ridosso delle Mura Aureliane. 

Scup 2.0

"Nel maggio di quasi 4 anni fa - ricordano oggi gli attivisti - ci hanno sgomberato con le ruspe dai locali di via Nola 5. Il giorno stesso, qualche ora dopo, un partecipatissimo corteo ha sostenuto Scup e ci ha dato la forza di non arrenderci alla violenza delle ruspe ma anzi, ci ha permesso di rialzare la posta e di strappare all’abbandono, all’incuria e alla speculazione selvaggia, tre capannoni in via della stazione Tuscolana 82". Da quella nuova occupazione è nato l'attuale progetto di Scup che oggi "dopo una lunga trattativa con la proprietà di tali stabili" può finalmente affermare che "i tre capannoni sono diventati ufficialmente la casa". 

L'annuncio e la festa

"Abbiamo ottenuto un comodato d’uso gratuito che ci sembra un piccolo spiraglio di luce in una città impoverita e desertificata da una politica fondata su logiche securitarie e di esclusione". Uno spiraglio che si mira a trasformare in "una luce abbagliante", una sorta di faro cittadino per chi crede che "alla dilagante retorica del “confine”, dell’isolamento e dell’esclusione" si possa rispondere "con la costruzione quotidiana di percorsi e pratiche di condivisione, autorganizzazione e mutualismo". Per questo Scup ha deciso di festeggiare, con un brindisi rivolto a coloro che sabato 23 febbraio vorranno accettare le scuse per esser stati "in comodati".

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